Con il disegno di legge approvato dalla Camera il 25 Maggio scorso si conferma il processo di riforma del Terzo Settore in essere dal 2014. Sono molte le novità inserite che toccheranno da vicino tutto il complesso degli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.
Oggi diamo uno sguardo al Servizio Civile Universale.
Il “nostro” servizio civile nazionale viene rivisto, integrato e ampliato fino a diventare “universale”. E come mai inserire questo argomento all’interno della riforma del Terzo Settore? Il collegamento è presto fatto: gli Enti del Terzo Settore, oltre agli enti pubblici territoriali e agli enti locali, potranno essere enti accreditati presso cui poter svolgere il nuovo servizio civile. Lo stato manterrà le funzioni di programmazione, organizzazione, accreditamento e controllo del servizio civile e, tramite il coinvolgimento delle regioni, gli enti sopra citati ne realizzeranno i programmi. Non solo, gli enti sopracitati potranno essi stessi promuovere autonomamente e attivare progetti di servizio civile con proprie risorse purché realizzati presso enti accreditati.
Per quanto riguarda il chi può svolgere il servizio civile universale, si prevede a livello nazionale e statale un aggiornamento triennale della banca dati dei giovani ammissibili: i giovani tra i 18 e i 28 anni, italiani e stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, potranno partecipare ad un bando pubblico ed essere selezionati mediante procedure improntate a principi di semplificazione, trasparenza e non discriminazione. Una volta vinto il bando, il giovane potrà godere di una retribuzione totalmente esclusa da imposizione tributaria e svolgere iniziative riferibili a valori di difesa non armata della patria e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica così come recita la nostra Costituzione. Il servizio civile universale potrà avere una durata minima di 8 mesi e massima di un anno; dovrà contemperare le sue finalità con le esigenze di vita e di lavoro dei giovani coinvolti e per questo verrà dato riconoscimento e valorizzazione delle competenze, acquisite durante il servizio civile universale, nei percorsi futuri di istruzione ed in ambito lavorativo.
Perché il servizio civile cambia nome e diventa ‘Universale’? Semplice: il servizio potrà essere prestato, in parte, anche in uno degli Stati membri dell’Unione europea e qualora i programmi del servizio civile e le iniziative ad esso collegate saranno riconducibili anche a valori universali quali la promozione della pace e della nonviolenza, alla cooperazione e allo sviluppo, il giovane potrà anche varcare i confini dell’Ue.
Che tutto questo nuovo pacchetto invogli i giovani ad aderire al servizio civile in massa? Attendiamo insieme, cari lettori, di vedere cosa succederà.
Per sapere quali sono le ulteriori novità introdotte con la Riforma del Terzo Settore, continuate a seguirci nelle prossime settimane!
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