Le infrastrutture tecnologiche sono ormai senza confini e le operations aziendali devono trovare la giusta strada in un ambiente sempre più complesso. La soluzione è farsi guidare dalle applicazioni e soppesare le opportunità di nuovi paradigmi, come l’IoT.
La trasformazione digitale ha complicato sensibilmente la progettazione delle architetture tecnologiche, che oggi coprono dal data center all’edge, dove miliardi di dispositivi connessi scambiano ininterrottamente dati con il cuore della rete, con applicazioni enterprise e con molteplici piattaforme cloud. Si tratta di un’infrastruttura senza confini in grado di abilitare possibilità mai viste.
In una prospettiva a lungo termine le aziende dovranno prima scegliere quali prodotti e applicazioni sviluppare e poi decidere con quali componenti tecnologiche farlo. L’obiettivo delle organizzazioni è quello di diventare orientate al prodotto.
Entro il 2025, infatti, il 70 per cento delle aziende che non adotteranno un orientamento ai servizi (o prodotti) perderà clienti e non potrà supportare in modo adeguato il proprio business: questo è un periodo d’oro per gli sviluppatori. Ma, se l’infrastruttura e le operations non riescono a integrarsi in questo scenario, quello che a prima vista sembra un paradiso può trasformarsi velocemente in un inferno. Inoltre, le organizzazioni devono concentrarsi sulla creazione di applicazioni modulari, intelligenti e connesse.
Questa nuova generazione di software aprirà definitivamente la strada a due paradigmi rivoluzionari: le esperienze immersive e l’Internet delle cose, IOT. Nel primo caso verranno rimosse le barriere fra persone e oggetti digitali e la realtà mista diventerà una parte sempre più consistente della vita delle aziende.
L’IoT obbligherà invece le imprese a cambiare radicalmente il proprio modo di vedere le componenti infrastrutturali: l’ombelico del mondo non sarà più il data center, ma il cloud.
Il web è la piattaforma che funge da abilitatore, permettendo lo scambio dei dati e delle informazioni tra un oggetto smart e un sistema di gestione smart. Il concetto fondamentale della IoT è legato ad un modello di sviluppo grazie al quale è possibile integrare praticamente a qualsiasi device una piccola componente tecnologica dotata di una capacità elaborativa tale da trasformare qualsiasi oggetto in un dispositivo comunicante senza usare cavi. È così che l’oggetto diventa smart, sfruttando l’innovazione digitale associata al cloud.
L’IoT, generando un flusso di informazioni continuo, da un lato garantisce la tracciabilità e la rintracciabilità dei dati e, dall’altro, permette di migliorare notevolmente le attività di monitoraggio e di controllo. Grazie alla possibilità di effettuare analisi anche molto avanzate utili a migliorare qualsiasi tipo di business, la IoT porta valore in ogni settore: dalla produzione alla distribuzione, dai trasporti all’edilizia, dalla sanità all’Oil & Gas fino a includere la PA, che sulle smart city ha intrapreso ormai numerosi progetti.
L’implementazione di progetti IoT necessita di un supporto multicloud e di un’infrastruttura basata sulle sue soluzioni.
Il cloud, infatti, si sta inevitabilmente trasformando in multi-cloud. I motivi per cui le aziende scelgono diversi cloud provider sono due: per ragioni tecnologiche (sia di tipo qualitativo, in quanto su determinati provider alcuni workload girano meglio che su altri, sia di tipo quantitativo perché si ha necessità di spostare carichi di lavoro da un cloud all’altro per meglio gestire i picchi di attività) e per motivi di business, in quanto in azienda è possibile che si verifichino particolari esigenze per cui si preferisca lavora con alcuni fornitori in particolare.
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