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I messaggi che invii in questa chat e le chiamate sono ora protetti con la crittografia end-to-end. Tocca per maggiori informazioni.

Questo é il messaggio che compare da martedì 5 aprile scorso sulle chat del miliardo di utenti che utilizza l’ultima versione dell’applicazione di messaggistica, disponibile per iOS e Android comprata recentemente da Mark Zuckerberg.

Una maggior tutela della privacy degli utenti o un modo per WhatsApp di evitare possibili cause con le autorità giudiziarie?

Una domanda legittima visto cosa è successo ad Apple con l’FBI nella vicenda dell’attentatore di San Bernardino e dopo che l’NSA, l’agenzia di sicurezza statunitense, si è fatta fautrice di una sorveglianza di massa ed indiscriminata.

Quali siano i reali motivi dell’iniziativa completata nell’arco di un anno e mezzo, il risultato è sotto gli occhi di tutti. I messaggi, scritti o vocali, degli utenti di WhatsApp ora sono protetti da una crittografia end-to-end e ciò significa che lo stesso WhatsApp e terze parti non possono leggerli o ascoltarli.

whatsapp-crittografia-end-to-end-messaggio-gasnet-groupUn’esigenza, quella di cifrare le comunicazioni, che esiste da secoli e che oggi può essere vitale per quelle persone che vivono in paesi controllati da regimi totalitari e violenti. Luoghi dove se ti intercettano un messaggio non gradito rischi la vita o l’incarcerazione.

Cifratura: questione di diritti umani“, è stato l’appello lanciato qualche settimana fa da Amnesty International.

Come funziona?

La crittografia end-to-end di WhatsApp è automatica per tutte le chat dove tutti gli interlocutori hanno il software aggiornato all’ultima versione e l’utente si ritrova un messaggio arancione che avvisa “I messaggi che invii in questa chat e le chiamate sono ora protetti con la crittografia end-to-end“.

Tocca per maggiori informazioni.”  Cliccando sopra questo messaggio si apre una pop up che informa e dettaglia leggermente il messaggio precedente specificando che WhatsApp e terze parti non possono leggere o ascoltare i messaggi della chat. A questo punto si può cliccare su ‘Conferma’ per verificare, attraverso la scansione di un QR code o il confronto della chiave numerica (unici per ogni chat), che non ci siano “intrusi” nella comunicazione.

‘Per saperne di più’ per aprire la pagina del sito di WhatsApp.com per leggere le specifiche della funzionalità.

OK’ per ritornare alla chat.

Tutto questo avviene automaticamente: non c’è bisogno di attivare alcuna impostazione o creare speciali chat segrete per proteggere i messaggi“, si legge sul sito di Whatsapp.

WhatsApp-iphone-crittografia-end-to-endNon è finita qui. Nelle informazioni della chat è possibile verificare se la crittografia end-to-end è attiva. Quando il lucchetto è chiuso e blu, allora la crittografia è attiva. Quando il lucchetto è aperto e grigio, la crittografia non è attiva perché non è possibile. Cliccando sul lucchetto WhatsApp apre una pop up dove si legge ‘I messaggi che invii in questa chat e le chiamate non sono crittografati end-to-end perché Tizio (il nome dell’interlocutore) deve aggiornare WhatsApp’ .

Qualora la chat sia un gruppo, il messaggio indica esattamente chi deve aggiornare il software. Quando tutti avranno l’ultima versione del software, allora tutte le chat saranno crittografate end-to-end.

Siamo tutelati totalmente?

La crittografia, ossia prendere il messaggio (una password, una foto o un messaggio vocale) e renderlo illeggibile o insensato per tutti tranne che per il destinatario attraverso un complesso algoritmo matematico, è un metodo valido da secoli.

Con la crittografia end-to-end WhatsApp non potrà più svelare i contenuti dei messaggi, qualora le autorità lo richiedessero; ecco che il privato cittadino ha una protezione maggiore dai crimini informatici.

Tuttavia “Bisogna ricordare che la protezione del dato ‘in transito’ è solo una delle componenti di una strategia complessiva di sicurezza, e che la cifratura dei messaggi di per sé non è in grado di garantire la sicurezza assoluta delle comunicazioni“, dice Andrea Zapparoli Manzoni, membro del Clusit, l’associazione italiana per la sicurezza informatica. “Ci sono altri due elementi da considerare: la sicurezza del device (fisso o mobile) sul quale gira l’applicazione e la sicurezza dell’applicazione stessa. Verso di loro esistono minacce concrete, che non sono minimamente mitigate dall’adozione della crittografia sul canale di trasmissione“.

Pertanto ecco che se non custodiamo con attenzione il nostro telefono o pc, il nostro vicino saprà cose che non volevamo sapesse!