La proroga era nell’aria e adesso è ufficiale: il Decreto Milleproroghe 2025 ha posticipato al 1° gennaio 2026 l’entrata in vigore delle nuove regole IVA per gli Enti del Terzo Settore (ETS). Ma cosa significa concretamente questa decisione per le associazioni? Facciamo chiarezza.
Cosa cambia con la nuova normativa
Finora, le prestazioni che gli ETS offrono ai propri associati erano escluse dall’IVA. Con la riforma fiscale, invece, diventeranno operazioni esenti: questo implica che l’imposta non si paga, ma le operazioni saranno comunque rilevanti ai fini fiscali. In altre parole, molti enti dovranno aprire una partita IVA e gestire nuove procedure contabili.
Chi è obbligato ad aprire la partita IVA?
Non tutti. Gli ETS che svolgono solo attività istituzionali di interesse generale resteranno esentati. Si tratta di associazioni che hanno solo entrate non qualificabili come corrispettivo, come quote associative, erogazioni liberali, contributi pubblici senza natura di corrispettivo. Chi invece genera entrate da attività commerciali dovrà adeguarsi alle nuove disposizioni, con obblighi di fatturazione e dichiarazione periodica dell’IVA.
Quali sono gli effetti della proroga?
Il rinvio al 2026 dà agli ETS un anno in più per organizzarsi e affrontare i nuovi adempimenti con meno pressioni. Tra le principali novità in arrivo:
- Obbligo di partita IVA per gli enti con attività commerciale.
- Fatturazione e registrazione per le operazioni esenti.
- Dichiarazioni periodiche anche per chi non applica l’IVA.
Un cambiamento che punta a rendere più trasparente il trattamento fiscale degli ETS, allineandolo a quello di altri soggetti economici.
Come prepararsi al cambiamento
La proroga è un’occasione per mettere ordine nella gestione amministrativa. È consigliabile iniziare a valutare strumenti digitali e software gestionali per semplificare la gestione dell’IVA, monitorare aggiornamenti normativi e strutturare al meglio la propria contabilità.
Soluzioni come AssociazioneInCloud possono rivelarsi utili per affrontare questo passaggio senza stress. Il tempo a disposizione c’è, ma meglio non arrivare impreparati al 2026.
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