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L’espansione globale dell’epidemia di COVID-19 ha portato con sé il più grande esperimento di remote working della storia. Milioni di persone si sono ritrovate faccia a faccia con tecnologie che, se utilizzate come si deve, non solo possono rendere più semplice questo periodo così duro per aziende e lavoratori, ma anche creare un futuro in cui la giornata lavorativa come la intendiamo oggi non esisterà più.

Si tratta di una rivoluzione culturale, organizzativa, di processo. Una rivoluzione perché scardina alla base consuetudini e approcci tradizionali e consolidati nel mondo del lavoro subordinato. Probabilmente sarà il modo di lavorare del futuro, basato su una cultura orientata ai risultati e su una valutazione legata alle reali performance.

È un approccio che presuppone una revisione radicale del modello organizzativo dell’azienda e il ripensamento delle modalità che caratterizzano il lavoro non solo fuori ma anche all’interno dell’azienda, cosa che si ripercuote anche sull’organizzazione degli spazi, che devono essere ripensati e sempre più ispirati ai principi di flessibilità, virtualizzazione, collaborazione tra le persone.

Smart Working: i vantaggi

Alcuni vantaggi per i lavoratori risultano abbastanza evidenti, primo fra tutti la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. Lavorando da casa, infatti, si riesce a gestire meglio il proprio work-life balance, valorizzando il tempo a disposizione e abbattendo i costi legati agli spostamenti. L’introduzione lavoro agile, influendo sul benessere e sulla qualità della vita dei propri dipendenti, può essere considerata una misura di welfare aziendale e si riflette in positivo anche sulla produttività.

Ci sono poi altri aspetti di profonda innovazione che vanno sottolineati:

  • valorizzazione delle risorse umane e responsabilizzazione. Ci si concentra sui risultati del lavoro e non sugli aspetti formali;
  • razionalizzazione nell’uso delle risorse e aumento della produttività, quindi risparmio in termini di costi e miglioramento dei servizi offerti;
  • promozione dell’uso delle tecnologie digitali più innovative e utilizzo dello smart working come leva per la trasformazione digitale e per lo sviluppo delle conoscenze digitali;
  • rafforzamento dei sistemi di misurazione e valutazione delle performance basate sui risultati e sui livelli di servizio;
  • abbattimento delle differenze di genere;
  • attrazione di talenti;
  • maggiore sostenibilità per l’ambiente e riduzione dell’impatto ambientale.

Lo smart working è una leva di cambiamento perché consente di andare oltre l’adempimento, promuove la collaborazione, la programmazione, la gestione e i risultati. Mette al centro le persone, all’interno di un progetto più ampio che punta sulla valorizzazione delle persone e sulla fiducia tra lavoratori e amministrazione.

Il lavoro agile influisce sul tema, urgente, della sostenibilità consentendo risparmi nei consumi elettrici all’interno degli uffici e una riduzione nelle emissioni di CO2 grazie alla diminuzione del traffico legato agli spostamenti per raggiungere il posto di lavoro.

Smart Working: trasformazione digitale e sicurezza

Se il lavoro agile è in primo luogo una questione di cultura organizzativa, la tecnologia gioca un ruolo non meno importante. Smart Working e Digital Transformation si abilitano vicendevolmente.

A rendere possibile lo smart working sono le tecnologie digitali che permettono di scegliere il dove e quando lavorare, sia all’interno che all’esterno dell’organizzazione. Le tecnologie che supportano il lavoro da remoto sono già diffuse. Le soluzioni a sostegno dello smart working sono quelle a supporto della sicurezza e dell’accessibilità dei dati da remoto e da diversi device, seguite dalle iniziative di mobility, che prevedono la presenza di device mobili e mobile business app e dai servizi di social collaboration.

In termini di dotazione tecnologica, quella standard per consentire il lavorare da remoto generalmente si compone di PC portatile, VPN e servizi di social collaboration. Solo quando necessari vengono introdotti device mobili come smartphone e tablet.

Oggi comunichiamo attraverso una pluralità di dispositivi proprietari e aziendali: il Bring Your Own Device (BYOD), un tempo avversato in azienda, è diventato il driver principale del lavoro agile.

Usare i propri device per avere accesso alle informazioni relative al proprio lavoro da qualunque luogo ci si trovi, implica un’attenzione particolare ai temi della sicurezza, perché diventa fondamentale proteggere non solo l’infrastruttura aziendale, ma anche pc, smartphone e tablet dei dipendenti. Cresce, inoltre, l’esigenza di definire le politiche di gestione rispetto alla pluralità di dispositivi fissi e mobili utilizzati delle risorse che lavorano o collaborano con le organizzazioni.

Smart Working: una misura da adottare in casi di emergenza

Dal 21 febbraio il Coronavirus ha varcato i confini del nostro paese e lo smart working è diventato la misura adottata da moltissime realtà italiane per cercare di ridurre al minimo le possibilità di contagio con responsabilità sociale, pur portando avanti le proprie attività.

Lo smart working può rappresentare una misura per ridurre rischi, attenuare disagi e contenere i danni economici e sociali che questa emergenza rischia di causare.

Perché lo Smart Working conviene alle imprese e ai lavoratori

Lo smart working, in sintesi, presuppone un profondo cambiamento organizzativo e culturale necessario per superare modelli di organizzazione del lavoro tradizionali. Restituire alle persone una maggiore flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari di lavoro e degli strumenti da utilizzare per svolgere le proprie attività lavorative significa creare organizzazioni più flessibili, introdurre approcci di empowerment, delega e responsabilizzazione delle persone sui risultati, favorire la crescita dei talenti e l’innovazione diffusa.

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